Sanificazione Ambientale: Cos'è, A Cosa Serve, Obblighi, Bonus • Lumi

2022-09-16 21:35:19 By : Ms. Sisi Xu

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Mai come quest’anno la sanificazione ambientale è stato un argomento discusso da tutti a vari livelli per le conseguenze legate all’emergenza sanitaria e ai rischi del contagio da Covid-19. Allo stesso tempo, è passata a essere da procedura straordinaria a procedura di manutenzione ordinaria interna a qualsiasi tipo di attività in ambito commerciale o industriale.

Iniziamo con il dare qualche definizione su qual è il significato di sanificazione e su quali sono le differenze con i concetti di pulizia, disinfezione e igienizzazione per poi entrare nel dettagli di come funzioni e di quali sono gli obblighi e i possibili incentivi esistenti per le aziende.

La pulizia consiste nella rimozione di sporco visibile, macchie e polvere dalle superfici e viene realizzata con acqua e sapone, comuni detergenti/igienizzanti per ambiente e mezzi meccanici.

I concetti di detersione o disinfezione fanno poi riferimento a due cose profondamente differenti. Mentre l’elemento detergente ha lo scopo di rimuovere lo sporco e di igienizzare, il disinfettante viene usato per ridurre al minimo la presenza di batteri, funghi o virus. La detersione, al pari dell’igienizzazione, è quindi l’insieme delle attività tese a pulire e a rimuovere lo sporco.

La disinfezione è invece l’insieme di attività tese a ridurre al massimo la presenza di microrganismi, anche patogeni, in un ambiente, superficie o strumento e viene effettuata utilizzando dei prodotti disinfettanti specifici o altri sistemi di disinfezione ambientale.

L’efficacia dei prodotti disinfettanti deve essere dichiarata sull’etichetta. I prodotti che vantano un’azione disinfettante si configurano come PMC (Presidi Medico Chirurgici) o come biocidi. I PMC, in particolare, necessitano di specifica autorizzazione e devono riportare sull’etichetta: “Presidio medico chirurgico Registrazione n. del Ministero della salute n.”.

Il significato di sanificazione comprende attività ancora più specifiche e approfondite rispetto a igienizzazione e disinfezione.

Quando si parla di sanificazione, anche in riferimento alle normative vigenti, si fa infatti riferimento all’insieme di procedimenti e di operazioni, che comprende attività di pulizia e di disinfezione, volte a rendere sani e salubri gli ambienti andando a migliorare allo stesso tempo anche le condizioni del microclima interno (temperatura, qualità dell’aria, umidità ecc.).

La sanificazione ambientale è dunque un intervento mirato a eliminare batteri, muffe, virus e agenti contaminanti. Nel contesto in cui ci troviamo a seguito dell’emergenza sanitaria, la sanificazione degli ambienti va eseguita seguendo le indicazioni del Ministero della Salute presenti nella circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 e seguendo le indicazioni dell’OMS – Organismo Mondiale della Sanità e dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità.

Per la sanificazione degli ambienti, il Ministero raccomanda l’uso di alcune tipologie di prodotti, tra i quali l’ipoclorito di sodio diluito al 0,1%, e l’alcol etilico, con una concentrazione al 75%. Ma esistono tanti differenti modalità e tecnologie per effettuare la sanificazione ambientale che andremo ad approfondire più avanti in questo articolo.

La sanificazione ambientale ha come obiettivo quello di mettere in sicurezza gli ambienti in cui lavoriamo e viviamo rispetto a potenziali rischi legati a virus o elementi patogeni potenzialmente pericolosi per la salute.

Le operazioni di sanificazione ambientale sono quindi tese a eliminare la carica microbica e virale entro degli standard considerati ottimali e comprendono superfici ma non solo. La sanificazione può e va effettuata anche per il trattamento di aria e acqua negli impianti.

Nella sanificazione ambientale rientrano infatti le operazioni di sanificazione degli impianti di condizionamento e aeraulici, volti a ottenere un livello di qualità dell’aria ottimale, e gli interventi di sanificazione dell’acqua, voltinello specifico va eliminare alcuni rischi come la legionella.

Se nei mesi di aprile e maggio 2020, le operazioni di sanificazione ambientali erano considerate come urgenti e straordinarie in quanto necessarie e obbligatorie per la riapertura dopo il lockdown, in questo momento di “nuova normalità” dobbiamo considerare le operazioni di sanificazione ambientale come uno degli aspetti della manutenzione di uffici e aziende. Quindi come un’attività da programmare periodicamente nel rispetto delle normative e con l’obiettivo ultimo di rendere gli ambienti e i luoghi di lavoro salubri e privi di rischi da contagio così come, guardando al caso specifico di imprese manufatturiere e industrie, mantenere alta la produttività degli impianti industriali evitando operazioni straordinarie che richiederebbero fermi macchini o chiusure temporanee.

Sanificare gli ambienti deve essere quindi un’attività costante, sia in estate sia in inverno. Tanto è vero che nella già citata circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute si parla di “sanificazione periodica”.

I vantaggi della sanificazione ambientale costante possono essere riassunti in alcuni punti essenziali:

Parliamo quindi di vantaggi oggettivi e misurabili, ma anche di vantaggi di tipo psicologico, come il maggior senso di sicurezza e protezione vissuto dai dipendenti, e di tipo gestionale, considerando la sanificazione come un’attività di manutenzione da programmare e pianificare ottimizzando i costi e i tempi e garantendo la business continuity dell’attività.

Accanto a questi vantaggi, esiste poi, per l’azienda, la possibilità di richiedere incentivi sotto forma di credito di imposta (ma non solo) a fronte di spese di sanificazione degli ambienti riconosciute.

Vediamo in dettaglio per quali soggetti la sanificazione è obbligatoria.

In tema di sanificazione degli ambienti di lavoro, ad eccezione di ospedali e settore sanitario in cui sono stati adottati protocolli più stringenti, il documento a cui fare riferimento è il “Protocollo 8 condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” presente nel DPCM 26 aprile 2020. Tale documento prevede, oltre alle pulizie giornaliere:

Nel Protocollo anti-contagio Covid-19 per gli ambienti di lavoro non è presente alcun riferimento sull’obbligo (o raccomandazione) di affidare la pulizia e sanificazione a un’impresa specializzata se non in tre casi specifici (Circolare n.5443 del 20 marzo 2020 del Ministero della Salute):

Detto questo, in moltissimi casi è invece consigliabile affidarsi a un’azienda esterna che garantisca tutta la documentazione di conformità, le certificazioni, gli eventuali patentini necessari (ad esempio per la sanificazione degli impianti di condizionamento) e un servizio di manutenzione e sanificazione che non interferisca con lo svolgimento delle attività produttive.

Il Decreto Rilancio del maggio 2020 ha avviato il bonus sanificazione per far sì che, a partire da luglio 2020 fino al 7 settembre 2020, tutti i soggetti esercenti attività d’impresa, inclusi professionisti ed enti di vario tipo, possano richiedere il credito di imposta sulle spese sostenute per le attività di sanificazione durante l’emergenza sanitaria e, in generale, per tutto l’anno 2020 (fino a dicembre). Tale richiesta va effettuata esclusivamente attraverso il modello reso disponibile dall’Agenzia delle Entrate.

Il credito d’imposta, per ogni beneficiario, è pari al 60% delle spese complessive presentate e non può superare il valore di 60.000 euro.

Il credito d’imposta così ottenuto potrà essere utilizzato dai beneficiari nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento della spesa oppure in compensazione. La cessione del credito di imposta potrà inoltre essere effettuato verso intermediari finanziari o istituti di credito attraverso comunicazione dedicata alla Agenzia delle Entrate o al fisco online.

Di fronte all’emergenza Covid-19, il tema della sanificazione degli ambienti è al centro di molte discussioni (e preoccupazioni). Ospedali, ma anche hotel, uffici ed edifici pubblici hanno dovuto fare i conti con interventi straordinari di disinfezione e sanificazione per mettere in sicurezza gli ambienti in cui noi tutti viviamo e lavoriamo.

La sanificazione ambientale è un’operazione mirata a eliminare batteri e agenti contaminanti che, con le comuni pulizie e detersioni, non è possibile rimuovere. E che, oggi più che mai, sta diventando un’attività di manutenzione ordinaria per aziende, uffici e attività di ogni tipo. Ma quali sono i prodotti da utilizzare per la sanificazione e come scegliere l’operatore a cui rivolgersi?

Iniziamo con il dire che esistono molteplici prodotti, tecnologie e macchinari per effettuare la sanificazione ambientale. Non c’è una ricetta unica e un’unica soluzione. Ogni situazione va analizzata nella sua specificità. Per iniziare a capire meglio come effettuare la scelta, vi spieghiamo in breve quali sono le tecniche e i macchinari di sanificazione oggi presenti sul mercato nel rispetto della normativa vigente sulla sanificazione ambientale.

Tra le soluzioni tecnologiche più interessanti, troviamo la sanificazione basata sulla lampade germicida, un processo che replica la reazione che avviene con l’azione dei raggi solari e la presenza di materiali semiconduttori per ridurre sostanze inquinanti e contaminanti nell’aria e nell’acqua.

Questo sistema di ossidazione riesce ad abbattere batteri, funghi, muffe e virus oltre a gran parte dei VOC (Volatile Organic Compound), come la formaldeide, dannosa per la salute. La tinteggiatura con vernici fotocatalitiche, ad esempio, consente di neutralizzare gli agenti inquinanti presenti nell’aria. Ma esistono molti macchinari che possono riprodurre questa azione.

Un altro metodo per la sanificazione degli ambienti è quello dell’ozonizzazione. Anche se l’ozono può igienizzare e disinfettare, il suo utilizzo comporta diverse controindicazioni e rischi per la salute delle persone. Il suo effetto inoltre è temporaneo e il trattamento andrebbe ripetuto numerose volte ed esclusivamente da parte di professionisti specializzati. Le procedure di ozonizzazione prevedono l’evacuazione degli ambienti prima delle operazioni e un certo tempo prima di rioccupare gli stessi. L’ozono è infatti un gas instabile e decade spontaneamente a ossigeno dopo un tempo che, in condizioni normali, viene stimato di circa 2 ore.

L’attività virucida dell’ozono è importante. Ma, anche se l’International Ozone Association conferma l’efficacia dell’ozono per l’inattivazione di molti virus non esistono ricerche specifiche legate al SARS-CoV-2.

A livello industriale, l’ozono viene emesso mediante appositi ozonizzatori, che devono essere gestiti da professionisti qualificati e competenti. Il quantitativo da utilizzare viene stabilito in funzione degli spazi (dimensioni e materiali eventualmente danneggiabili). I generatori di ozono devono essere conformi alle direttive su bassa tensione (Direttiva 2014/35/CE), compatibilità elettromagnetica (Direttiva 2014/30/CE) e Direttiva 2011/65/CE (RoHS) sulla restrizione di sostanze pericolose (REACH).

Quali sono i costi dell’ozonizzazione? Solitamente vengono preventivati in funzione della superficie, quindi per mq (metro quadrato). Esistono anche dei macchinari che effettuano la sanificazione tramite ozono, ma se non si è degli addetti e non si conoscono i rischi collegati a questo tipo di sanificazione, è sempre meglio affidarsi a operatori professionisti.

Il cloro attivo generato per elettrolisi viene usato come biocida e virucida in diverse applicazioni, inclusa la disinfezione delle superfici.

Con il termine “cloro attivo” si intende una miscela di tre specie di cloro disponibile che si formano in soluzione acquosa: ione ipoclorito (OCl-), acido ipocloroso (HOCl) e cloro (Cl2). Il prodotto biocida è rappresentato da un equilibrio di acido ipocloroso, cloro gassoso e ipoclorito di sodio che è funzione del valore di pH e temperatura.

Relativamente agli effetti sulla salute umana, si sottolinea eventuale rischio a seguito di inalazione da parte di utilizzatori professionali durante la disinfezione di grandi superfici. Per questo motivo, è fondamentale che venga usato soltanto da personale addestrato dotato di specifici dispositivi di protezione individuale (DPI).

A seconda del metodo di applicazione, il perossido di idrogeno può avere molteplici utilizzi per sanificare ambienti e superfici. Può essere vaporizzato o nebulizzato oppure applicato direttamente sulle superfici.

La diffusione mediante aerosol, con apparecchiature in grado di produrre particelle nell’ordine di 0,3-0,5 μm, ne consente una diffusione uniforme nell’ambiente. L’applicazione di perossido d’idrogeno vaporizzato si è dimostrata efficace oltre che su un gran numero di microorganismi anche per il trattamento di ambienti ospedalieri o aree definite critiche.

Considerata la classificazione del principio attivo, come anche il metodo di applicazione, l’utilizzo di perossido d’idrogeno vaporizzato/aerosolizzato è ristretto ai soli operatori professionali. Per i trattamenti vanno osservate tutte le precauzioni del caso ed è necessario rispettare i tempi per l’accesso ai locali e i tempi di decadimento. Una volta erogata la quantità necessaria di perossido di idrogeno per la sanificazione, devono inoltre essere areati i locali.

Tra i metodi di sanificazione più interessanti, troviamo anche l’utilizzo della luce ultravioletta.

La luce UV, in particolar modo nelle lunghezze d’onda definite UV-C (tra i 100 e i 280 nm) ha un forte potere antibatterico e antivirale e grazie alle nuove tecnologie di illuminazione esistenti con i LED è oggi possibile utilizzare lampade germicida e macchinari per la sanificazione basati su raggi UVC per igienizzare ambienti e superfici.

In ambito industriale, quando si imposta un programma di sanificazione efficace delle macchine, degli ambienti di produzione e dei luoghi di lavoro, bisogna prendere in esame diversi aspetti e tutte le variabili che possono intervenire. Bisogna inoltre pianificare degli interventi periodici e controllati perché gli effetti siano costanti nel tempo. Ogni progetto in questo ambito va personalizzato sulla base delle specifiche esigenze rispettando le necessità di business continuity ed evitando blocchi di produzione o fermo macchine.

Per una corretta sanificazione industriale bisogna innanzitutto seguire alcune semplici linee guida.

Identificare, quindi, i potenziali pericoli associati agli impianti di produzione in ogni singola fase del processo e per ogni tipologia di macchinario utilizzato. Oltre che all’impianto produttivo, l’analisi dei rischi va estesa agli aspetti critici dei diversi luoghi di lavoro, uffici, magazzini o aree comuni.

I processi di sanificazione forniscono la base per gestire correttamente gli ambienti produttivi e di lavoro, indicando esattamente le attività necessarie per mantenere un ambiente salubre e sicuro.

La stesura di precise procedure fa sì che ogni fase produttiva e ogni ambiente lavorativo all’interno dell’azienda sia sempre sotto controllo e che siano previste (a attivate) delle misure in presenza di un potenziale rischio o pericolo (ad esempio nel caso in cui un lavoratore abbia una temperatura corporea superiore a 37.5 oppure alla rilevazione di sostanze patogene).

Il monitoraggio consiste in interventi e modalità per tenere sotto controllo ogni fase produttiva e ogni ambiente lavorativo. Di solito, all’interno dell’azienda c’è sempre un responsabile di riferimento (responsabile sicurezza, facility manager o RSPP) oppure un gruppo di addetti preposti a seguire le attività di controllo.

Un piano minimo di controllo aziendale dovrebbe prevedere, ad esempio, il controllo e la qualifica fornitori, il controllo della qualità dell’aria e del microclima dei vari ambienti indoor, il controllo del rispetto delle misure anti Covid, ecc.

Nel piano di controllo vanno sempre inoltre stabiliti i tempi e i modi di osservazione, misurazione e monitoraggio nonché di valutazione periodica dei risultati.

Le procedure e i protocolli per la sanificazione di ambienti, superfici e macchinari vanno validati e verificati mediante un controllo di qualità e altre azioni che possono essere correttive o di validazione appunto.

Solo le imprese iscritte nell’apposito Albo speciale della Camera di commercio di competenza possono svolgere attività di disinfezione e sanificazione. Sono infatti le uniche a essere autorizzate per legge (rif. D.M. 7 luglio 1997 n274) e devono avere al loro interno un responsabile tecnico in grado di adeguare i prodotti al tipo di intervento da eseguire oltre che personale adeguatamente formato.

Anche per le attività di sanificazione aeraulica e trattamento delle acque servono specifiche autorizzazioni. Per questo tipo di operazioni, è quindi fondamentale per un’impresa affidarsi a una società qualificata e certificata.

La luce dei LED-UV può essere utilizzata per la sanificazione naturale di ambienti e superfici contro il coronavirus, specialmente in ambito ospedaliero.

Ai fini della “protezione da gravi minacce per la salute pubblica”, il trattamento dei dati sanitari dei pazienti è lecito. Vediamo in che modo.

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