Ossigeno, nato da un equivoco ma indispensabile per vivere- Corriere.it

2022-03-19 07:33:10 By : Ms. Emily Wu

Nel nostro percorso che vuole raccontare e descrivere le parole che si presentano con maggiore frequenza nel nostro linguaggio, questa volta ci soffermiamo su un termine che contiene un equivoco, fondato su una descrizione che si è rivelata sbagliata e coniato da uno scienziato che per le sue idee ha perso la testa. Letteralmente. Parliamo dell’ossigeno. Ci permette di respirare. Questo più o meno lo sappiamo tutti: l’ossigeno è una componente essenziale dell’aria che respiriamo. Prendiamo, per la consueta sintesi e chiarezza, la definizione del vocabolario di Tullio De Mauro: «elemento chimico gassoso, con numero atomico 8, bivalente, è l’elemento chimico più diffuso in natura, che si presenta allo stato libero come gas incolore e inodore quale componente dell’aria nella percentuale del 20% circa, altamente reattivo con tutti gli elementi eccetto i gas inerti, indispensabile per la respirazione e la vita di tutti gli esseri viventi». Scoperta, data di nascita ed equivoco. La nostra gratitudine va ad un gruppo di scienziati. Dobbiamo la scoperta dell’ossigeno ad un farmacista svedese Carl Wilhem Scheele nel 1771, ma non se lo filò nessuno. Così quando tre anni dopo la annunciò in pompa magna il chimico e filosofo inglese Joseph Priestley ebbe grande successo. Eppure i loro nomi sono praticamente sconosciuti rispetto a quello del chimico francese Antoine Laurent de Lavoisier che nel 1777 inventò il nome ossigeno partendo da un presupposto sbagliato. Credendo che quell’elemento entrasse nella composizione di tutti gli acidi, Lavoisier si rivolse al nostro vecchio amico, il greco, facendosi prestare la prima parte oxy «acido» e unendola alla seconda -gène , che indica la riproduzione. Era nato il francese oxygène , letteralmente «generatore di acidi», che dopo pochi anni, 1795, prende la residenza nella nostra lingua come ossigeno. Raramente un errore ha avuto tanto successo. E comunque non portò fortuna. Di Antoine Laurent de Lavoisier conosciamo molti studi importanti, tanto da avergli fatto conquistare un ruolo tra i padri della chimica moderna. Nato nel 1743 a Parigi, figlio di un avvocato, avrebbe dovuto seguire le orme paterne ma venne stregato dagli studi di chimica, fisica, matematica, biologia e perfino botanica. A 24 anni collaborò alla realizzazione della prima mappa geologica della Francia. Con uno spirito rinascimentale si è cimentato nelle discipline più diverse anche se la chimica, e soprattutto gli studi sulla combustione, furono alla base del suo successo. Come riporta la pagina a lui dedicata dall’enciclopedia Treccani, «si dedicò allo studio della composizione degli acidi. Avendo osservato che gli acidi dello zolfo e del fosforo erano prodotti dalla combinazione dell’aria eminentemente respirabile considerò quest’aria il principe oxygine , il principio generatore degli acidi. A partire dal 1776 visse e operò presso l’Arsenal di Parigi con l’incarico di sovrintendere alla produzione della polvere da sparo e alla ricerca delle fonti naturali del salnitro». La Rivoluzione francese gli riconobbe il prestigio scientifico ma non gli perdonò la collaborazione con l’Ancien régime . Morì ghigliottinato nel 1794. Torniamo all’ossigeno. Quello che è indispensabile per la respirazione e che noi sbrigativamente chiamiamo ossigeno, in realtà dovremmo indicarlo come ossigeno biatomico cioè composto da due atomi e che rappresenta una componente essenziale dell’aria che respiriamo e viene costantemente prodotta nella fotosintesi clorofilliana delle piante. Ed è un allotropo dell’ossigeno, cioè un elemento composto che può assumere forme diverse e manifestare proprietà fisiche e chimiche differenti. Un altro allotropo famoso dell’ossigeno è l’ozono. Allotropi straordinariamente suggestivi sono quelli del carbonio che può manifestarsi come diamante oppure come grafite. Niente vi autorizza a cercare di scrivere con un diamante o ad andare in giro con una graziosa collanina con una matita come pendente. Che meraviglia l’allotropo. Questa parola meriterebbe una rubrica interamente dedicata ma per ora limitiamoci a segnalare che deriva dal greco ed è una parola composta da allos , altro e tropos , trasformazione. In pratica ci troviamo di fronte alla capacità di alcune sostanze di esistere in forme diverse. Ma era troppo bello il concetto perché la linguistica non se ne appropriasse per definire quelle parole che derivano dalla medesima matrice ma hanno un significato del tutto diverso. Tra gli esempi più citati dai dizionari le parole vizio e vezzo, riconducibili entrambe alla latino vitium (Treccani). Un profondo respiro di sollievo (anche figurato). La sua presenza così potente e indispensabile nella nostra vita ha regalato all’ossigeno una estesa fortuna in campo sanitario e in senso figurato. L’ossigeno viene fornito ai malati che hanno difficoltà respiratorie, vieni chiamata camera a ossigeno o propriamente iperbarica , quella camera speciale a chiusura ermetica in cui la concentrazione di ossigeno può essere regolata dai sanitari. Ma se somministrare ossigeno ai malati è un intervento a volte decisivo per la loro sopravvivenza, l’estensione figurata ha portato questa parola ad essere usata spesso come metafora di un aiuto salvifico. Per questo si dice che i finanziamenti per quella tale azienda in crisi sono stati ossigeno per il suo bilancio. Oppure quel nostro amico è veramente a terra e ha bisogno di ossigeno per continuare le sue attività. E così via. C’entra il giornalismo? Eccome. Ossigeno è anche un acronimo: OSservatorio Su Informazioni Giornalistiche E Notizie Oscurate. Il nome richiama un concetto elementare: ogni società libera e democratica ha bisogno vitale di libertà di informazione e di espressione, come il corpo umano ha bisogno di ossigeno. L’Osservatorio è nato per documentare e analizzare il crescendo di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani, in particolare contro i cronisti impegnati in prima linea nelle regioni del Mezzogiorno, nella raccolta e diffusione delle informazioni di pubblico interesse più scomode e, in particolare, nella ricerca delle verità più nascoste in materia di criminalità organizzata. A novembre del 2008 ha ottenuto il patrocinio del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, a marzo del 2009 il patrocinio del Consiglio Nazionale della FNSI. Ha l’obiettivo di accrescere la consapevolezza pubblica del grave fenomeno della limitazione della libertà di stampa e di espressione attraverso minacce, abusi, inadempienze. che limitano la circolazione delle notizie e il diritto dei cittadini di essere informati. Insomma ossigeno per l’informazione perché la democrazia possa continuare a respirare.

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