LANCIA con il Volumex, primo concetto di potenza “Mild” Hybrid - Difesa Online

2022-03-19 07:40:58 By : Mr. Han Xiaoguang

Fare un parallelo tra il sistema di sovralimentazione volumetrico e il Mild Hybrid potrà apparire bizzarro, nonostante entrambi i sistemi si propongano di incrementare le prestazioni del veicolo. Nel caso poi, “dell’ibrido leggero”, questo interviene anche su una sostanziale riduzione dei consumi che non turba i tradizionalisti dell’endotermico non stravolgendo il metodo di guida magari con uno sportivo cambio manuale. Tuttavia, a seguito delle ricerche, nessun magazine motoristico ha voluto sbilanciarsi in questa associazione di sistemi che a mio avviso hanno affinità concettuali.

Un nome legato storicamente al grande marchio Lancia, ahimè negli ultimi anni passato un po' in sordina, ma ideato dalla Abarth e applicato anche alla Fiat Argenta. Un sistema che grazie all’evoluzione tecnologica, vive una seconda vita nei sistemi Kompressor di Mercedes e TSI di VW, tanto per fare dei riferimenti.

Come molti sapranno, la sovralimentazione del motore endotermico, avviene aumentando la portata d’aria e carburante nella camera di combustione, traducendosi in tempi di ripresa inferiori grazie a un range di potenza e coppia raggiunti in minor tempo e in molti casi anche con minor consumo rispetto a un pari cilindrata aspirato, relazionando il rapporto peso potenza.

Questo, nei sistemi tradizionali a turbina, avviene grazie a una girante, una turbina azionata dai gas di scarico e solidale all’asse di un vero e proprio compressore rotante che ha il compito di comprimere l’aria aspirata dal filtro. Un compressore rotante che a un certo numero di giri - turbo lag - comincia ad offrire la tanto ricercata “spinta” o “calcio in culo” alla quale non è difficile associare una sana sgommata, specialmente con le trazioni anteriori. Avete mai provato la Lancia Thema turbo 16v?

Il sistema Volumex invece, affonda le radici nei primi anni ‘80 e di esso si parla anche per la 124 Spider Pininfarina Volumex. Consiste sostanzialmente nel collegare meccanicamente un compressore (a lobi con vite senza fine) al motore, senza utilizzare i gas di scarico come attivatore, e ricevendo la spinta già all’avvio della marcia. I sistemi misti - meccanico e a gas - sono un’evoluzione del Volumex che per il momento non tratteremo.

Devo trattenere la voglia di parlare delle vittorie della Lancia o magari della Lancia Rally 037 per rimanere sul pezzo, concentrandomi sinteticamente sul sistema che qualche lacuna la possedeva nell’uso quotidiano. Infatti il sistema a ingranaggi a lobi, un concetto simile alla pompa dell’olio, aveva limiti dinamici che penalizzavano le potenzialità rispetto a una vero compressore a turbina. Connesso a questo iniziale sistema, c’era anche un innalzamento dei consumi dovuti a un carico supplementare del motore. Un po' come per l’aria condizionata inserita.

Il parallelo che citavo, potrebbe trovare una logica metaforica se immaginiamo un veicolo in partenza in discesa. Un vero e proprio aiuto che limita inevitabilmente i consumi anche se si ha il piede pesante. Ebbene, i sistemi Mild (leggeri) di elettrificazione, si concentrano su un sottogruppo chiamato alternatore (immagine). Quel famoso cilindro forellato collegato a una puleggia, che ogni tanto ci fa accendere la spia rossa della batteria, e il pensiero va subito al portafogli. La sua evoluzione l’ha trasformato in un moto alternatore, ovvero un congegno capace di fare diverse operazioni oltre a quella di ricarica della batteria a 12 volt. Infatti è diventato un motorino d’avviamento (senza innesto perché collegato a una cinghia), un generatore, ma anche e soprattutto un motore elettrico. La sua posizione non cambia, ma è più grande e con una cinghia molto più resistente, anche se alcune case automobilistiche hanno optato per inserire un moto generatore vicino al volano.

Un po' come il turbo Volumex, il sistema comincia ad attivarsi appena si accelera alleggerendo così lo sforzo del motore endotermico (non c’è quindi una partenza silenziosa) e rimanendo affiancato a quest’ultimo finché in funzione, garantendo sempre le performance dell’autovettura. La sua longevità è legata alla specifica batteria al litio, che un po' come per i cellulari, non è “eterna”. La funzione di ricarica è diretta sia alla batteria a 12 volt sia a quella al litio, ma in caso di rilascio del pedale dell’acceleratore, il sistema accumula energia cinetica garantendo anche in questo caso la rigenerazione del componente al litio.

E in caso di malfunzionamento? A piedi non rimani (almeno così dovrebbe essere) solo che il veicolo perde questo surplus di energia.

Forse come sfida, forse in realtà per animare qualche robot soldato in sostituzione dei militari in rischiose attività, nelle edizioni di Eurosatory, è comparso anche qualche pesante veicolo tattico ibrido. Non è un segreto che General Motors si stia concentrando anche verso le celle a combustibile, ma il concetto di elettrificazione in ambito militare assume necessità un po' diverse seppur anch’esse abbraccino il concetto di green mobility.

L’evoluzione del metodo operativo utilizzando la tecnologia, potrebbe essere la strategia militare legata all’elettrificazione. Interventi rapidi e silenziosi e successivo ripiegamento. Un concetto però è certo nel campo della ricerca sui sistemi ibridi militari, non c’è posto per la mobilità low cost. Infatti l’utilizzo estremo di un veicolo tattico, non permette errori da parte della componente elettrica. Pensate al passaggio in profondi guadi, alle vibrazioni o al caldo sui cablaggi eccetera, tutti fattori d’impedimento operativo in caso di anomalie o spie rosse accese. È bene ricordare con l’unificazione del carburante per uso militare, che diversi studi hanno dimostrato (Corriere motori e test RDE Real Drive Emission realizzato da Quattroruote) che nei moderni diesel euro 6 - quelli utilizzati anche militarmente - le emissioni di ossidi di azoto, e di particelle di polveri, sono decisamente inferiori a quelle ammesse. Anzi, secondo queste misurazioni, le emissioni sono minori rispetto alle auto con motore a benzina.

Osservando in silenzio l’evolversi delle strategie industriali, l’elettrificazione potrebbe contribuire ancor più alla riduzione dei consumi alleggerendo il lavoro del motore endotermico, se considerassimo con un po' di fantasia l’applicazione di motori elettrici per far ruotare gli alberi a camme (eliminando così la cinghia di distribuzione) la pompa dell’olio e dell’acqua, ma anche una turbina di sovralimentazione e - perché no? - il condizionatore. Per il servosterzo ha funzionato.

Insomma viaggeremo su una centralina a quattro ruote… magari rincuorati da un’assistenza 24h?

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