Il nocciolo di dattero una interessante biomassa per le vostre caldaie

2022-09-23 21:59:49 By : Ms. Anne DAI

Stiamo subendo un forte aumento dei prezzi di tutti combustibili, fossili o derivati da biomasse, come il legno, il pellet e il nocciolino di sansa.

Le voci di aumento (costo del trasporto, materie prime, inflazione) sono in parte strutturali e rimarranno a lungo, mentre altre potrebbero ridimensionarsi, ma non in tempi brevi: ne abbiamo parlato in un nostro articolo di qualche giorno fa.

Si devono cercare pertanto delle soluzioni alternative che possano limitare l’incremento dei costi e contenere le spese di riscaldamento.

Le biomasse energetiche alternative sono tantissime, ma il loro utilizzo è limitato dalle caratteristiche degli impianti presenti nelle case italiane, quasi tutti piccole stufe sotto i 34 kw che possono funzionare solo con il pellet di legno.

Le caldaie policombustibili non rappresentano un impiantato molto rilevante, ma considerando le loro maggiori dimensioni, hanno consumi piuttosto importanti e i loro proprietari rappresentano una interessante categoria di potenziali clienti.

Per la massima parte le caldaie policombustibili vengono alimentate con pellet, nocciolino di sansa o gusci di mandorle o nocciole.

Tempo fa abbiamo pubblicato un articolo sulla palma da dattero e il possibile utilizzo dei suoi scarti come biomassa energetica.

Dopo quell’articolo descrittivo delle caratteristiche generali di questo albero e di come possa essere utilizzato come biomassa energetica, abbiamo voluto approfondire la questione con analisi effettuate specificatamente sul nocciolo di dattero. Il nocciolo di dattero rappresenta circa il 20% del peso dell’intero frutto e, se nel mondo si producono circa 8 milioni di tonnellate di datteri, i noccioli di dattero possono essere stimati in 1,5 milioni di tonnellate.

Il maggiore produttore di datteri al mondo è l’Egitto.

Naturalmente considerando che il dattero viene consumato da migliaia di anni, anche per il nocciolo di dattero esiste un qualche utilizzo: nella tradizione tunisina ad esempio viene tostato, polverizzato e usato per bevande calde surrogate del caffè, per cui non tutta la produzione sarebbe eventualmente disponibile.

Le analisi (con metodo ISO 18134) le abbiamo effettuate su un campione tal quale di nocciolo di dattero, nel quale il nocciolo di dattero presentava ancora l’endocarpo membranoso, che ha una sua umidità e che pertanto sarebbe preferibile far seccare per ottimizzare la combustione. In ogni caso i risultati sono molto interessanti.

CONCLUSIONI: il nocciolo di dattero può rappresentare una valida alternativa al nocciolino di olive sia per le prestazioni sia in economicità. Se volete approfondire la conoscenza del nocciolo di dattero o siete interessati all’acquisto potete telefonare al 3884266223.

Ti è piaciuto questo articolo? 

San Leucio del Sannio - 82010 (BN)

Biomassapp utilizza modalità di pagamento sicure