Abbiamo provato Under the Waves, una nuova avventura narrativa ambientata sul fondo dell'oceano sviluppata da Parallel Studio e pubblicata da Quantic Dream.
La maturità di un team di sviluppo non si misura valutando solo la qualità dei suoi prodotti, ma anche da come l'intera azienda si pone nei confronti del mercato. Sotto questo profilo, possiamo dire che lo studio di Quantic Dream sta attraversando un momento di forte ascesa, che vede l'azienda francese vestire anche i panni anche di publisher. Sono loro infatti l'etichetta di produzione che ha affiancato Parallel Studio nella pubblicazione, e in parte dello sviluppo, di Under the Waves, un gioco narrativo dai forti connotati ambientalisti presentato proprio durante la Gamescom 2022.
Durante la fiera di Colonia abbiamo avuto modo di provare Under the Waves, per poi scambiare quattro chiacchiere con Ronan Coiffec, Game Director in Parallel Studio e una delle menti dietro al gioco. Vi ricordiamo anche che l'uscita di Under the Waves è prevista per il prossimo anno per console Xbox e Playstation, e per PC sulle piattaforme di Steam e Epic.
Under the Waves è un gioco d'avventura in 3D caratterizzato da una forte componente narrativa. La storia segue la vita di Stan, un sommozzatore professionista che decide di accettare un lavoro molto solitario: vivere in una stazione di monitoraggio sul fondo del Mare del Nord, una sorta di custode subacqueo assunto da una grossa azienda petrolifera. L'avventura è ambientata negli anni '70, o meglio, una versione alternativa di quel decennio vista la deriva molto più futuristica, suggerita dal tipo di attrezzatura a disposizione del protagonista.
La demo che abbiamo potuto giocare ripercorre il primo giorno lavorativo di Stan, raccontandoci come si è insediato nella stazione. Qui il sub, vestito con una tuta simile a quella di un palombaro, attraversa a piedi la centrale energetica posta sul fondo del mare, attiva qualche generatore ed entra in possesso di Moon, il piccolo mezzo subacqueo messo a disposizione dai datori di lavoro di Stan. Giunto a destinazione e presa confidenza con gli ambienti dell'unità abitativa, che da quel momento in poi diventeranno casa, Stan prova a contattare una donna, che non risponde al telefono, costringendo l'uomo a lasciare un messaggio in segreteria. "Mi manca noi, mi manchi tu, e mi manca..." Gli sentiamo dire con voce rotta. È chiaro come una scelta di vita così radicale, che costringe il protagonista a un estraniamento totale dal mondo "in superficie", non possa che essere causato da un grosso dolore, così grande da convincere Stan che il modo migliore per stare bene è isolarsi dal mondo.
Quando chiediamo a Coiffec di raccontarci com'è nato Under the Waves, il Game Director ci spiega che la storia di Stan è nata ben quindi anni fa. Ai tempi lo sviluppatore era ancora impegnato nei suoi studi all'accademia d'arte, e aveva scritto questo racconto per un progetto scolastico. Successivamente Coiffec ha iniziato la sua carriera nell'industria di videogiochi, incontrando sulla sua strada gli altri due membri fondatori di Parallel Studio. La mente e il cuore dopo un po' sono tornati su quel prototipo creato ai tempi dell'università e la versione pulita e migliorata di quel progetto è la stessa che oggi possiamo vedere in Under the Waves.
Come mai hanno scelto proprio il mare come ambientazione? Il padre di Coiffec era un marinaio, professione che ha portato la famiglia dello sviluppatore a vivere per tutta la sua infanzia di fronte al mare, in particolare nella zona della Bretagna. Quando un giorno una petroliera riversò in male litri e litri di petrolio a causa di un'avaria, devastando chilometri di costa, Coiffec promise a sé stesso che si sarebbe preso più cura dell'ambiente durante la sua vita. "Fin dai primi prototipi del gioco, sentivo il bisogno di narrare una storia riguardo l'impatto dell'uomo sull'oceano. L'evento di cui sono stato testimone mi ha segnato in qualche modo e anche questo è parte dell'anima di Under the Waves". Il titolo seguirà quindi le vicende private del sommozzatore protagonista, conducendo il giocatore lungo una riflessione esistenziale profonda: sulle nostre vite, sulla loro fragilità e la solitudine che ci circonda, integrando al contempo un forte elemento di denuncia ambientalista. Per questo progetto, Parallel Studio e Quantic Dream hanno stretto una partnership con Surfrider, un'associazione non-profit impegnata nella salvaguardia e preservazione degli oceani.
Se guardando il trailer il cappellino rosso di Stan vi è sembrato familiare sappiate che non è un caso, perché la musa di Parallel Studio è stato l'oceanografo e regista Jacques-Yves Cousteau. "Del resto, uno dei leitmotiv di Under the Waves è la nostalgia e chi ama il mare non può non ricordare con affetto gli splendidi documentari di Cousteau". L'elemento della nostalgia in effetti corre attraverso numerose scelte artistiche del titolo, a cominciare da una impalpabile filtro visivo a simulare la grana di una pellicola analogica. Il mix di tecnologie avanzate con il design anni '70 poi è ciò che riesce a legare perfettamente narrazione, ambientazione e gameplay insieme, una consistente amalgama che tiene tutti gli elementi costitutivi del titolo strettamente interconnessi.
Sul fronte del gameplay, con Under the Waves ci troviamo di fronte a un'esperienza di gioco moto lineare e per nulla complicata, che presenta però qualche peculiarità. La prima da tenere in considerazione è come l'ambientazione sovverte un po' le tradizionali regole d'esplorazione. La tuta da sub di Stan è dotata di stivali zavorrati, che gli permettono di camminare sul fondo dell'oceano: questo genera un'animazione del protagonista molto strana, dove i movimenti non saranno, per ovvi motivi, fluidi e naturali. Al contrario Stan si muove costretto da un minimo sforzo, con un passo strattonato e un po' goffo, cosa che all'inizio potrebbe disorientare un po' il giocatore. A ricordarci che siamo sul fondo dell'oceano, e che quindi è normale che il personaggio si muova così, ci sono numerosi i effetti particellari, con bollicine qua e là, oltre a una particolare rifrazione della luce, tipica della luce che attraversa l'acqua.
Altra cosa che Stan può fare durante la navigazione degli ambienti è staccare i piedi dal fondo marino per nuotare liberamente: in Under the Waves la gravità non è mai un problema, e non esiste sporgenza rialzata o crepaccio che non possano essere superati con un paio di colpi di pinne. Questa grande mobilità non è offerta al giocatore gratuitamente e il prezzo da pagare è ovviamente la scorta di ossigeno di Stan. Sulla tuta sono chiaramente montate delle bombole di ossigeno, che andrà svuotandosi con il passare del tempo: per ovviare a questo problema, le stazioni sono disseminate di distributori di ricariche d'ossigeno liquido. Il giocatore potrà sempre sapere quanto ossigeno rimane a Stan, anche senza richiamare l'hud a schermo, perché gli basterà guardare il colore della spia luminosa delle bombole.
Altro elemento preziosissimo in dotazione al protagonista e integrato nella sua tuta è uno scanner. Trattandosi di un'ambientazione sottomarina, il funzionamento dello scanner è simile a quello di un sonar: con l'apposito tasto, la tuta emetterà un impulso capace di scansionare i dintorni e rivelando la conformazione e morfologia dell'ambienta, artificiale o naturale che sia. Negli spazi chiusi il sonar è molto utile per indicare al giocatore la strada da seguire, ma il meglio lo dà in mare aperto. Il giocatore avrà infatti libertà di scelta su come affrontare Under the Waves: potrà decidere di dedicarsi anima e corpo alla campagna principale, affrontando una missione dopo l'altra, oppure prendersi del tempo ed esplorare il selvaggio fondale marino alla guida di Moon. L'animazione del sonar in mare, con l'impulso che scandaglia il fondo marino e la sua fauna, regala un senso di stupore a ogni attivazione, svelando sempre qualche piccolo dettaglio che può sfuggire alla semplice osservazione.
In ultimo, a caratterizzare significativamente il gameplay di Under the Waves, c'è la raccolta di materiali, che permetteranno a Stan di creare diversi gadget utili nel coso dell'avventura. Non sappiamo elencarveli tutti con precisione ma, ad esempio, ci è stato detto che uno degli oggetti più utili realizzabili con l'impiego dei materiali è uno strumento capace di creare al momento le ricariche d'ossigeno per le bombole senza utilizzare le stazioni fisse. Gli elementi utilizzabili per il crafting sono spesso materiali abbandonati, come metalli, scarti e addirittura rifiuti. Abbiamo raccolto diversi rottami arrugginiti e bottigliette di plastica nel corso della demo, e non abbiamo potuto che apprezzare la scelta, vedendo un po' di quella poesia che Coiffec ha menzionato nel corso dell'intervista. Under the Waves è un gioco che si interroga sul concetto di "circle of life" a 360°, non solo delle esistenze mortali ma anche di quello degli oggetti, e della nuova vita che anche gli scarti possono trovare se trattati in modo appropriato. La spazzatura ha letteralmente un valore nel gioco e raccoglierla permetterà a Stan di ampliare la sua collezione di gadget.
Nonostante il colpo d'occhio di Under the Waves sia decisamente notevole, Parallel Studio non è un team grandissimo, anzi. I membri full-time sono circa una dozzina, ai quali si aggiungono alcuni freelancer ma senza superare la ventina di persone. Coiffec ci racconta che la sfida tecnica è stata chiaramente la più difficoltosa da superare, ma il piccolo team francese ha affrontato la prova con astuzia e un pizzico di aiuto. Tanto per cominciare, la scelta di raccontare la storia di un uomo solo, letteralmente immerso in un mondo vuoto e accompagnato solo dalla voce di un altro essere umano (Stan verrà seguito da un suo collega in superficie attraverso un contatto radio), alleggerisce di molto il carico di lavoro: meno personaggi, meno animazioni, meno problemi.
Secondariamente, Under the Waves è uno di quei giochi che trae il massimo dalla sua atmosfera. Il fatto che il fondo del mare non sia illuminato ha permesso al team di gestire sapientemente le fonti luminose, evitando per altro di lavorare di fino su ogni singolo angolo degli scenari di gioco. "Molto dell'ambiente circostante non è sempre visibile: alcune volte è avvolto dal buio, altre volte da un effetto di foschia o dagli effetti particellare dell'acqua" afferma Coiffec. Insomma, Parallel Studio ha raccolto il prezioso insegnamento di titoli come Silent Hill o Shadow of the Colossus, pietre miliari dei videogiochi che hanno saputo fare di necessità una imprescindibile virtù.
Poi c'è il supporto che Quantic Dream ha fornito a Parallel Studio durante la fase gestionale dei Under the Waves. "Durante le fasi iniziali di sviluppo, avevamo una discreta scelta di publisher da contattare. Quello che cercavamo però non era solo un'etichetta di distribuzione, ma il giudizio di un altro team di sviluppo, possibilmente impegnato su produzioni simili alle nostre." ci dice Coiffeur, e David Cage in persona ha partecipato a diversi meeting durante lo sviluppo del gioco. Parallel Studio e Quantic Dream si sono quindi scelti a vicenda per affinità elettiva e alcune delle risorse del publisher sono state condivise nello sviluppo di Under the Waves. Il motion capture del gioco, ad esempio, è stato registrato nei bellissimi studi di Quantic Dream, che tra l'altro abbiamo avuto la fortuna di visitare di recente. Altro supporto è arrivato sul fronte animazione, compresa quella della fauna marina.
Se dovessimo raccontare in poche parole Under the Waves, potremmo riassumerlo come l'unione tra Firewatch e Abzu. Del primo troviamo il forte focus narrativo e la scelta di concentrarsi sulla storia di un protagonista solitario, esplorando la dimensione più intima della natura umana. Dell'altro invece c'è la bellezza e l'amore con cui il team francese ha riprodotto le ambientazioni marine e il senso di esplorazione e curiosità che le vaste distese marine suscitano. Non dimentichiamo poi il forte impegno ambientalista dell'opera, un argomento purtroppo drammaticamente attuale. Il gameplay di Under the Waves è minimalista ma funzionale all'esperienza di gioco: poche meccaniche ma ben congegniate e ben inserite nella narrazione. Se siete amanti del genere, questo è un titolo che l'anno prossimo non potete perdervi.
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