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2022-06-24 21:59:17 By : Ms. Jocelyn Luo

Yat è un nuovo sistema di identità digitale decentralizzata che consente a tutti di possedere, in via esclusiva, una stringa personalizzata di emoji e di usarla come proprio nome utente universale. È stato creato da Yat Labs, una start-up tecnologica fondata nel 2020 con sede a Nashville, negli Stati Uniti. La stringa può essere composta da una singola emoji fino a un massimo di cinque e può fungere da username sui social, nelle chat o nei metaversi, ma anche da url di un sito web, da indirizzo di pagamento per un portafoglio digitale e, infine, può essere coniata come Nft (Non Fungible Token, file digitali crittografati caricati sulle blockchain). Ciò che, nell'idea degli ideatori, rende unico uno yat rispetto a un indirizzo email o a un anonimo numero di telefono (per non parlare dei lunghissimi e impersonali codici alfanumerici dei portafogli digitali) è la possibilità di usare immagini che dicano qualcosa di noi, che rappresentino la nostra personalità (un drago, un robot, una fiamma, una faccina ammiccante). Ovviamente l’interpretazione può non essere sempre univoca, ma il risultato è un "biglietto da visita" accattivante e soprattutto personale e infungibile. Come ha infatti precisato la società sul proprio server discord "Possedendo uno Yat – composto magari da "oceano-tridente-palma" – questo sarà tuo per sempre. Sarai il solo al mondo ad avere quella particolare combinazione di emoji". Sul loro profilo Linkedin ci suggeriscono di immaginarli come "i geroglifici dell'era moderna". Quello dello yat è un sistema che sfrutta la capacità delle emoji di essere un linguaggio universale. Oltre 4 miliardi di persone se ne servono ogni giorno non solo per esprimere emozioni ma anche per raccontare storie o per connettersi sui social ad altri utenti con interessi affini e simboleggiati dall'emoji di un pallone da calcio, da un asso di picche o da una chitarra.

Per generare il proprio yat che, è bene anticiparlo, non è gratis, basta aprirsi un account sul sito ufficiale e selezionare le emoji che preferiamo o che più ci rappresentano. Il valore e dunque il prezzo dello yat varia a seconda della rarità della stringa: più una stringa è breve, cioè composta da meno emoji, e più è difficile che non sia stata già presa da qualche altro utente. Il sito indica per ogni stringa un coefficiente di rarità (rhythm score) che va da 1 a 100. Una volta scelte le emoji non resta che pagare il conto e da quel momento lo yat apparterrà solo a noi.

Lo Yat più costoso è stata la singola emoji di una chiave d'oro, venduto lo scorso anno all'asta Yat Destiny per 425.000 dollari. Alcune celebrità hanno già personalizzato la propria identità digitale. Se cercate Paris Hilton sui social potreste trovarla con l'emoji corona da regina + scintille; la cantante Kesha è invece un arcobaleno-razzo-alieno.

Dallo scorso luglio i proprietari di Yat hanno avuto la possibilità di tokenizzare la loro catena di emoji come Nft sulla blockchain di Ethereum pagando un costo aggiuntivo, ma acquistare uno Yat non equivale a coniare un Nft (nel linguaggio tecnico fare “minting”, è il processo di conversione di un file digitale in un oggetto da collezione crittografico su una blockchain). Per coniare in Nft la propria stringa di emoji bisogna caricarla su piattaforme di scambio di arte digitale, come Open Sea, e seguire le istruzioni per creare l'opera di criptoarte. Su Open Sea Yat vende le stringhe di emoji come Nft. Ha già scambiato un volume di 411 ETH (la criptovaluta della blockchain Ethereum) che equivale a una capitalizzazione di oltre 1 milione e 300 mila dollari e ha messo in vendita quasi 9mila yat.

Yat nasce nel febbraio 2021 da un'idea di Tari Labs, un'organizzazione blockchain fondata dall'imprenditore americano Naveen Jain e focalizzata sui beni digitali che crede che la privacy su internet dovrebbe essere pervasiva e disponibile a tutti. Al di là dei successi iniziali, il progetto ha dovuto affrontare anche alcune critiche: diversi utenti fanno notare come gli url composti da yat siano difficili da trovare, dal momento che non è sempre agevole digitare una sequenza di emoji su una tastiera qwerty standard. Difficile prevedere quale sarà il futuro di questo progetto. In una fase storica in cui le opere digitali non fungibili spopolano e vengono vendute anche a diversi milioni di dollari, è ragionevole supporre che saranno in molti a voler associare un'emoji (più rara è, meglio è) alla propria identità su internet.