Semplice, puro, senza metalli rari. Il nuovo idrogeno friulano nasce dall’acqua piovana- Corriere.it

2022-07-01 21:50:32 By : Ms. wei Wei

L’acqua è sempre stata una fonte di energia, da quando serviva per muovere le pale dei mulini agli attuali impianti idroelettrici. Oggi però si è scoperto che l’acqua può essere l’origine di una delle sorgenti energetiche più promettenti del futuro: l’idrogeno . E non un’acqua qualunque, ma l’acqua piovana. La startup Cts H2 ha messo a punto un sistema che utilizza proprio l’acqua piovana per ricavare idrogeno, stoccarlo e poi ottenere dalla molecola più piccola e leggera esistente in natura energia elettrica, calore e anche un carburante alternativo per la mobilità sostenibile . «Volevamo superare il principale ostacolo che tutte le fonti energetiche rinnovabili devono fronteggiare: l’intermittenza», spiega Daniele Verardo, amministratore delegato dell’azienda di Brugnera, in provincia di Pordenone. «E senza utilizzare le costose batterie, che sono anche ingombranti e impiegano materiali rari e strategici come il litio».

Energia etica e solidale. A Brugnera, in provincia di Pordenone, la startup Cts H2, che lavora per lo più fra Stati Uniti e Corea del Sud, ha messo a punto un brevetto per produrre idrogeno “verdissimo”. Ideale per le Comunità energetiche rinnovabili

In pratica, stoccare l’energia prodotta di giorno o in estate dal fotovoltaico per utilizzarla comodamente quando è necessario a costi competitivi e in modo semplice. Oppure, specie se si è un piccolo produttore domestico, evitare di regalarla immettendo in rete l’energia non utilizzata e che non si riesce a stoccare. «Siamo partiti dall’idea di utilizzare qualcosa che abbiamo a costo zero: l’acqua piovana» , continua Verardo. Cts H2 ha alla base una filosofia che guida tutto lo sviluppo dell’azione industriale, quello che gli esperti di marketing chiamano vision. «È una concezione etica, distribuita e solidale dell’energia. Non solo benefici in bolletta, quanto mai pressanti in un periodo come l’attuale dove i prezzi dell’energia sono schizzati alle stelle con notevoli aggravi su famiglie e aziende, ma far diventare le persone stesse protagoniste delle fonti energetiche », illustra il manager. « Il nostro sistema è ideale per le comunità energetiche rinnovabili (Cer), abbiamo ricevuto anche dei premi proprio per la possibilità di interfaccia con piccoli impianti condivisi e distribuiti sul territorio». L’esatto opposto delle grandi aziende energetiche, con la concentrazione della produzione in poche grandi centrali e il monopolio del trasporto.

Piccolo è bello per Cts H2, e soprattutto meno caro e attento all’ambiente. Le Cer sono non solo un’opportunità di produzione decentrata e di autoconsumo di energia da fonti alternative, ma anche una concreta soluzione per contenere i costi energetici. E stanno attirando l’attenzione del mondo finanziario più attento ai nuovi orientamenti dei consumatori. Per esempio Fondazione Cariplo ha lanciato un bando per promuovere una transizione energetica equa verso le rinnovabili attraverso la diffusione delle Cer. Il bando è rivolto ad amministrazioni, enti pubblici e privati non profit della Regione Lombardia e delle province di Novara e Verbano-CusioOssola con un fondo di 1,5 milioni di euro . Grazie a un accordo con Hera Comm, la società di vendita gas ed energia elettrica del Gruppo Hera, è nato a Bologna il primo esempio cittadino di autoconsumo collettivo condominiale con una quota di autoconsumo stimata tra il 55 e il 60 per cento dell’energia prodotta.

L’autoconsumo collettivo è una nuova opportunità che la legge italiana, recependo la normativa europea, mette a disposizione dei cittadini per diventare autoproduttori di energia e ottenere significativi incentivi economici. È un’opportunità anche per Cts H2, che lavora per la quasi totalità sul mercato estero e collabora con importanti centri di ricerca europei, americani e coreani. I vantaggi del sistema ideato da Cts H2 sono quattro: l’impiego di acqua piovana (con pochi filtri in resina per togliere alghe e altre impurità presenti nei serbatoi) scissa per elettrolisi con energia rinnovabile formando ossigeno e idrogeno; la produzione di idrogeno puro al 99,95 per cento senza ulteriori filtraggi; la possibilità di stoccarlo già in pressione in serbatoi esterni in massima sicurezza e senza l’utilizzo di compressori energivori; l’assenza di metalli preziosi e rari in tutto il processo . Quando serve, l’idrogeno viene poi ricombinato con l’ossigeno dell’aria in fuel cell producendo acqua (poi immessa di nuovo nel sistema) ed energia elettrica con un’efficienza del 30 per cento. Nel processo viene inoltre prodotto calore, recuperato con un co-generatore per ricavare acqua calda a 50 gradi, migliorando l’efficienza se viene interfacciato con una pompa di calore.

Tutte le trasformazioni avvengono con processi elettrochimici, quindi senza parti meccaniche soggette a usura. L’idrogeno, immagazzinato in stato gassoso in piccoli serbatoi, non degrada nel tempo a differenza dell’energia stoccata nelle batterie, le quali inoltre temono gli sbalzi di temperatura e hanno un limite nel numero di ricariche. «Inoltre l’idrogeno può diventare anche un carburante per scooter, camion, furgoni e auto, ma anche per biciclette e muletti », prosegue Verardi. «Ci rivolgiamo anche alle piccole e medie aziende attente ad ambiente e bollette, alle piccole utenze domestiche, al settore turistico-alberghiero, supermercati, centri commerciali e aziende agricole. Lo stoccaggio di 90 kw ha un costo di 90mila euro, paragonabili a quello delle batterie ma con spazi più ridotti, con meno usura e meno limitazioni ». L’idrogeno accoppiato alle energie rinnovabili può essere la strada verso un futuro più pulito e attento all’ambiente.